Sprechi ridotti e risparmi ottimizzati
Come abbiamo già menzionato in un precedente articolo, una buona coibentazione è cruciale per prevenire gli sprechi che riguardano il riscaldamento. Non sempre questo tipo di interventi sono possibili, che sia a causa di problemi logistici o finanziari.
Vediamo come in questi casi optare per l’installazione di una pompa di calore ad alta temperatura può portare a buoni risultati di risparmio.
Premessa
Prima di tutto, è necessario puntualizzare che dei circa 13 milioni di edifici ad uso residenziale che sono presenti in Italia, oltre il 75% è stato costruito prima degli anni ’80. La maggior parte di questi edifici, quindi, è vittima degli sprechi causati da una cattiva conservazione dell’immobile e/o da impianti di riscaldamento obsoleti.
Da menzionare è anche l’effetto sull’inquinamento atmosferico. Importante contributo alla pessima qualità dell’aria nelle città italiane in inverno deriva proprio dei livelli di CO2 e particolato causati dai consumi termici residenziali.
Ancora oggi c’è un pregiudizio che vede le pompe di calore svantaggiate rispetto alle caldaie quando si parla di contrastare le dispersioni. Ma è una nozione sbagliata, che non tiene conto dei passi in avanti fatti sulla tecnologia dei fluidi refrigeranti sostenibili utilizzati dalle pompe di calore.
Cosa cambia da una normale pompa di calore?
Secondo la norma tecnica UNI ED 14511-2:2018, vengono considerate ad alta temperatura le pompe di calore con una temperatura di mandata in uscita superiori a 65°C.
Una pompa di calore tradizionale di nuova generazione consente, alla sua massima efficienza, di produrre acqua fino ai 55-60°C, che nella maggior parte dei casi sono sufficienti per raggiungere temperature piacevoli all’interno degli edifici.
In situazioni in cui sono presenti grossi problemi legati alle fasce climatiche più rigide e alle perdite di distribuzione (come ad esempio in presenza di tubature poco isolate o ampia metratura dell’edificio), l’acqua può perdere tra i 5 e i 10°C prima di raggiungere i terminali più distanti.
Una pompa di calore tradizionale funziona meglio con terminali a bassa temperatura, come gli impianti di riscaldamento a pavimento che sono però più comuni in edifici più moderni. Le pompe di calore ad alta temperatura, invece, riescono a produrre acqua anche a temperature di 80°C, motivo per cui sono molto prestanti anche con i termosifoni in ghisa presenti nelle abitazioni più datate.
Vantaggi della pompa di calore ad alta temperatura
Il vantaggio di cui abbiamo già parlato è la resa, che è ottima sia se paragonata a quella delle pompe di calore tradizionali che alla resa di una caldaia a gasolio. In particolare, anche in località con temperature esterne di -20° le pompe di calore ad alta temperatura di nuova generazione riescono a garantire acqua calda fino a 80° C.
L’altro fattore a favore delle pompe di calore ad alta temperatura è il minore impatto ambientale. Non solo sono molto silenziose e non producono emissioni dirette di anidride carbonica, ma la maggior efficienza permette di raggiungere la temperatura perfetta in tempi minori. L’impatto ambientale si riduce ulteriormente se alla pompa di calore viene accostato un impianto di produzione di energia rinnovabile, come, ad esempio, i pannelli fotovoltaici.
Proprio come una caldaia, può essere utilizzata sia per il riscaldamento dell’ambiente che per la produzione di acqua calda sanitaria. Al contrario della caldaia, la pompa di calore ad alta temperatura non richiede un locale dedicato, si può facilmente installare anche dove gli spazi sono ridotti e non ha bisogno di una canna fumaria.
Infine, le pompe di calore ad alta temperatura possono usufruire dell’ecobonus e degli incentivi che sono previsti anche per le caldaie e i pannelli solari.
Risparmio a tutto tondo
Un fattore che vale la pena approfondire meglio è quello del minor peso a livello economico.
Secondo uno studio pubblicato a febbraio da Coolproducts (una coalizione di ONG europee che sostengono l’ecodesign), 8 su 9 dei partecipanti che hanno sostituito un impianto a gas, gasolio o biomassa con una pompa di calore hanno riscontrato una riduzione del costo per il riscaldamento. In particolare, nei paesi dal clima più rigido il risparmio energetico ha raggiunto picchi del 70%.
Esempi di eccellenza italiana contenuti nello studio sono quelli di due famiglie lombarde, che hanno unito entrambe i benefici della pompa di calore ad alta temperatura con la produzione energetica dei pannelli solari.
La prima famiglia, localizzata nella provincia di Pavia, ha tagliato i consumi energetici quasi del 70%, passando da un consumo di quasi 19.200 kWh a poco più di 5.700 kWh.
La seconda famiglia, con residenza nella provincia di Sondrio, ha tagliato i consumi di più del 60%, passando da consumi che si attestavano intorno ai 11.300 kWh a 4.400 kWh circa.
Per entrambe le famiglie, inoltre, c’è stato un eccesso di produzione energetica generata dai moduli fotovoltaici che sono conseguentemente stati reimmessi in rete.
Secondo lo studio il risparmio ottenuto in questo modo è applicabile anche ai condomini; un esempio è un condominio nel torinese che ha dimezzato prima di tutto il costo di acquisto e installazione dell’impianto grazie al Conto Termico e, in secondo luogo, anche le spese per il riscaldamento, che sono passate da 11.000 euro a 6.000.
Si può quindi affermare che installando un impianto che unisce una pompa di calore ad alta temperatura a dei pannelli solari, il ritorno dell’investimento avverrà in tempi più brevi a fronte di una spesa iniziale un po’ più elevata.
In conclusione, è chiaro che per gli edifici per cui esiste la possibilità di ristrutturazione, l’investimento migliore e a cui dare precedenza resta comunque il miglioramento della coibentazione. Ma quando ciò non è possibile, sostituire una vecchia caldaia con una pompa di calore ad alta temperatura può portare a un netto taglio sulle bollette. Viene da sé che i due interventi non sono tra loro esclusivi, anzi, una combinazione di entrambi porterà al risultato più di ideale di riduzione sia dei costi che degli sprechi.
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