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Vista aerea della foresta

Pompe di calore geotermiche o aerotermiche?

Principali differenze delle due soluzioni

Nel panorama sempre più avanzato della climatizzazione in Italia, si profila un'interessante dinamica all'interno del settore delle pompe di calore. Attualmente, assistiamo a una situazione all’apparenza controintuitiva, in cui i modelli di pompe di calore ad aria risultano predominanti rispetto a quelli a sonda geotermica, nonostante un'evidente superiorità di questi ultimi in termini di efficienza, durata e convenienza nel lungo periodo.


Qual è la situazione in Europa?

La preferenza per le pompe di calore ad aria è un fenomeno che riguarda tutta l’Europa, anche se in misura minore rispetto all'Italia che conta un misero 0,0073% di potenza installata da pompe di calore geotermiche. Nel continente, solo il 4,7% della potenza installata deriva da pompe di calore geotermiche, mentre il restante proviene da quelle aerotermiche, con percentuali che salgono nel Nord Europa e toccano perfino una punta del 77% in Polonia.


Principi di funzionamento

La differenza principale tra le pompe di calore ad aria e quelle geotermiche risiede nella fonte di calore. Le PdC aerotermiche estraggono il calore dall'aria esterna, che varia notevolmente di temperatura durante l’anno, mentre quelle geotermiche lo prelevano dal sottosuolo a una profondità di circa 120 metri, dove la temperatura rimane costante attorno ai 12°C, garantendo un rendimento superiore che va dal 30 al 50%.


Perché le PdC geotermiche fanno fatica a prendere piede in Italia?

La reticenza italiana verso le geotermiche può essere attribuita a diversi fattori. Innanzitutto, c'è una scarsa conoscenza del termine geotermia, associato erroneamente alle centrali di Larderello. In realtà, le pompe di calore geotermiche sono quasi invisibili rispetto alle vistose unità esterne delle aerotermiche.


Un altro ostacolo è la complessità nella progettazione degli impianti geotermici, che richiede una pianificazione accurata, soprattutto in edifici nuovi o profondamente ristrutturati.


Il prezzo iniziale delle pompe di calore geotermiche è un altro deterrente significativo. Se un impianto con pompe di calore ad aria ha un costo medio di 6-7.000 euro per un appartamento, una geotermica può costare anche più del doppio. Nonostante il costo iniziale elevato, le PdC geotermiche offrono un recupero dell'investimento rapido grazie ai minori consumi e alla minore manutenzione nel tempo.


Gli aspetti burocratici e l'assenza di normative chiare sull'autorizzazione alle perforazioni complicano ulteriormente l'adozione dell’energia geotermica in Italia. Una speranza di riscatto era rappresentata dal superbonus 110%, che poteva mitigare l’importante spesa iniziale, ma la mancanza di normative tecniche e fiscali chiare ha, ancora una volta, ritardato l'adozione di questa soluzione su larga scala.


In conclusione, nonostante le pompe di calore geotermiche rappresentino una soluzione migliore in termini di efficienza e sostenibilità, ostacoli come la scarsa conoscenza, i costi iniziali elevati e la complessità nella progettazione frenano la loro adozione in Italia.


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