Caratteristiche, benefici e ostacoli degli edifici del futuro
In passato abbiamo già parlato del peso delle emissioni degli edifici sui livelli di gas serra e delle direttive europee messe in atto per ridurre il loro impatto sull’ambiente. Proprio nella Direttiva Case Green è previsto che dal gennaio 2028 tutti gli edifici di nuova costruzione siano a emissioni zero.
Si tratta dell’evoluzione naturale alla Direttiva Europea 31/2010/UE, che aveva già instaurato l’obbligo per gli edifici costruiti dopo il 1° gennaio 2021 di essere nZEB. Oggi porremo il riflettore proprio sugli nZEB.
Cosa sono gli nZEB?
Secondo la definizione di ENEA gli nZEB, o nearly Zero-Energy Building, sono edifici il cui fabbisogno energetico è molto basso e coperto da energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze.
In questo caso, è importante precisare che col termine “fabbisogno energetico” vengono incluse tutte le esigenze legate al normale uso dell’edificio, cioè riscaldamento, raffrescamento, ventilazione, produzione di acqua calda sanitaria e, per il settore non residenziale, anche l’illuminazione.
Insomma, si tratta di edifici ad altissime prestazioni energetiche, le cui caratteristiche principali sono:
· Un’alta indipendenza energetica grazie alla copertura del fabbisogno energetico tramite la produzione di energia da fonti rinnovabili in loco;
· Un risparmio energetico consistente come conseguenza naturale del basso consumo energetico, dell’isolamento termico ottimale, dell’alto livello di ventilazione naturale;
· Una riduzione delle emissioni di carbonio e un taglio dei costi operativi, grazie all’uso di impianti tecnologicamente avanzati e alla progettazione sostenibile e bioclimatica.
Parametri tecnici e progettazione
Sebbene non esista una regola univoca da seguire nella costruzione di un nZEB, ci sono dei principi da rispettare. Ad oggi i limiti e i parametri di calcolo sono determinati dal D.M. 26 giugno 2015, conosciuto come Decreto Requisiti Minimi.
È tuttavia già previsto un aggiornamento, il cui testo provvisorio, soprannominato Decreto Requisiti Minimi 2024, è al vaglio delle Regioni e dovrebbe diventare ufficiale nelle prossime settimane. Il nuovo testo, grazie alla consulenza tecnica di ENEA e del Comitato Termotecnico Italiano, dovrebbe risolvere le criticità sorte nel corso degli anni ed evidenziate ulteriormente dalla Direttiva Case Green.
La progettazione degli edifici nZEB, sia per le nuove costruzioni che per il retrofitting di vecchi edifici, è un processo che richiede la collaborazione tra architetti, ingegneri, progettisti e altre figure del settore, le quali sceglieranno la combinazione di soluzioni più adatte al singolo caso.
In linea generale, avviene prima di tutto un’analisi preliminare, che prevede lo studio dei fattori economici, climatici, tipologici e comportamentali, oltre che delle restrizioni normative. A questo punto, nella fase di progettazione architettonica si sfruttano la forma, l’orientamento e la distribuzione degli spazi, al fine di massimizzare l’efficienza energetica.
Per minimizzare le perdite di calore, inoltre, è importante la scelta dei materiali giusti per la realizzazione delle pareti, dei pavimenti, dei tetti e degli infissi, tutti fattori che contribuiscono a un isolamento termico avanzato. Si deve considerare anche quale sia la soluzione migliore per produrre energia rinnovabile che copra almeno il fabbisogno energetico dell’edificio.
Infine, si deve selezionare la giusta combinazione di sistemi di riscaldamento e raffreddamento all’avanguardia, e di ventilazione controllata, la quale filtra l’aria esterna e, in base alla necessità, la riscalda o raffresca, facilitando il raggiungimento del comfort termico. Ultima, ma non per importanza, la presenza di un sistema di monitoraggio intelligente, che permette di controllare il funzionamento degli impianti con tempestività.
Vantaggi degli nZEB
Come abbiamo già visto, gli nZEB sono progettati per essere edifici adattabili e flessibili alle esigenze, portando a molteplici vantaggi di natura economica, ambientale, ma anche di comfort e qualità di vita.
Tra i lati positivi economici abbiamo già menzionato il risparmio che deriva da una maggiore efficienza energetica dell’immobile. A fronte di un investimento iniziale maggiore per la realizzazione dell’edificio, inoltre, il ritorno sull’investimento sarà più veloce proprio in correlazione al taglio dei costi sull’energia. Infine, il valore di mercato di un immobile ad alte prestazioni energetiche è superiore rispetto a quello di edifici comuni, che in futuro avranno bisogno di ristrutturazioni anche impegnative per rispettare le nuove normative.
Sotto l’aspetto ambientale, il minor consumo di risorse altamente inquinanti contribuisce alla promozione della sostenibilità. Gli nZEB, con il loro già basso fabbisogno energetico coperto da fonti rinnovabili, diventano di conseguenza anche edifici ad emissioni di CO2 vicine allo zero, obbiettivo che la Direttiva Case Green mira a raggiungere.
Per quanto riguarda il comfort, abbiamo già menzionato il miglioramento della qualità dell’aria e del comfort termico, grazie alla combinazione di monitoraggio, impianti avanzati, ventilazione controllata e isolamento. Proprio quest’ultimo diventa un fattore essenziale anche per ridurre l’impatto dell’inquinamento acustico, problema tutt’altro che trascurabile soprattutto nei centri urbani.
Ostacoli in realizzazione
Passando agli ostacoli, abbiamo già menzionato come i costi iniziali per la realizzazione possano essere problematici. È perciò importantissimo sfruttare gli incentivi finanziari promossi dalle politiche governative, ed educare clienti e investitori sui benefici a lungo termine.
Al fine di rispettare i prospetti di ritorno dell’investimento e di risparmio, bisogna prestare particolare attenzione alla gestione e alla manutenzione dell’edificio. L’integrazione di tecnologie e software di monitoraggio può semplificare la gestione di tutti i giorni, così come un piano di manutenzione preventiva può prevenire le rotture e l’abbassamento delle prestazioni.
Rilevante, sempre parlando di formazione, l’investimento in programmi di formazione per tutti gli enti di settore come architetti, ingegneri e costruttori. La complessità dei design e dei sistemi da realizzare richiede, infatti, una formazione continua per rimanere al passo con l’ammodernamento e lo sviluppo di nuovi software. Anche la collaborazione tra team multidisciplinari e la creazione di reti professionali per la diffusione delle informazioni, sono elementi fondamentali per sopperire alla bassa diffusione delle competenze specializzate necessarie.
Anche la reperibilità dei materiali sostenibili e a basso impatto ambientale, costituisce una sfida considerevole, soprattutto nelle zone in cui non sono già comunemente distribuiti questi materiali. In questo senso, lo sviluppo dell’industria dei materiali da costruzione sostenibili certificati è centrale, così come la collaborazione tra fornitori, produttori e tecnici del settore.
Situazione in Italia
Anche se l’obbligo di costruzione degli nZEB è stato introdotto il 1° gennaio 2021, alcune regioni lo hanno anticipato, diventando a tutti gli effetti pioniere. In Lombardia, infatti, l’obbligo è entrato in vigore già nel 2016, e l’Emilia Romagna ha seguito con l’introduzione per tutti gli edifici nel 2019, quando a livello nazionale è stato introdotto l’obbligo solo per gli edifici pubblici.
Secondo i dati pubblicati da ENEA sul Portale Nazionale sulla Prestazione Energetica degli Edifici (PnPE2), nel 2019 gli edifici nZEB nel nostro paese erano circa 1.500, nella maggior parte in classe energetica A4, cioè la maggiormente efficiente.
Il Rapporto Annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici a cura di ENEA e CTI pubblicato a settembre 2023, identifica poco più di 17.400 edifici certificati nZEB negli anni fra il 2015 e il 2022. Un numero che sembra incoraggiante sul trend in crescita, ma che non risulta comunque soddisfacente se si considera che delle certificazioni APE emesse nel 2022, solo l’1% erano per edifici con la certificazione nZEB.
Secondo i dati raccolti nei catasti energetici di ENEA, le regioni più virtuose sono l’Emilia Romagna, la Puglia e la Lombardia, seguite da Lazio e Piemonte. Nella maggior parte dei casi si tratta di certificazioni ottenute in seguito alla realizzazione di nuove costruzioni (70%); subito dopo troviamo il 15,6% delle certificazioni per interventi di ristrutturazione, il 7% provenienti da passaggi di proprietà e il 3,2% come conseguenza di riqualificazioni energetiche.
Come puntualizzato nel Rapporto, sono stati inclusi nel conteggio soltanto i dati relativi agli edifici la cui APE presenta la spunta specifica per gli nZEB, che certifica a tutti effetti la dichiarazione. Sorge naturale chiedersi quanti siano gli edifici che rientrano nella definizione, ma la cui documentazione è stata compilata in modo errato o parziale, soprattutto per mancanza della corretta formazione dei tecnici di settore.
Concludiamo, quindi, ricordando come collaborazione e formazione siano essenziali per realizzare tutti insieme l’obbiettivo di salvaguardare il nostro pianeta.
Per maggiori informazioni o per una prima consulenza, compila il FORM oppure scrivici all'indirizzo mail info@3estudio.eu.
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