Dall'8 Aprile i portali sono operativi per le richieste di contributo
Da ieri, lunedì 8 aprile 2024, è possibile presentare sui portali del GSE le domande di accesso agli incentivi delle CER. Facciamo quindi il punto della situazione per essere pronti a effettuare le richieste.

Informazioni generali
Secondo il contenuto del Decreto CACER e della delibera ARERA, gli incentivi stanziati sono rivolti alle configurazioni di autoconsumo diffuso, cioè gruppi di autoconsumo (collettivo e individuale) e CER composte da cittadini, condomini, piccole/medie imprese, cooperative, enti locali, associazioni ed enti religiosi.
Gli impianti singoli, che non devono superare 1 MW di potenza, possono riguardare tutte le tecnologie volte alla produzione di energia elettrica rinnovabile, sia che si tratti di una nuova realizzazione che di un potenziamento di impianti esistenti (purché entrati in esercizio dopo il 16 dicembre 2021). L’obiettivo è raggiungere entro la fine del 2027 una produzione di almeno 5 GW.
I punti di connessione tra gli impianti di produzione e gli autoconsumatori devono rientrare tutti sotto la stessa cabina primaria, cioè la stessa cabina dell’alta tensione. Il GSE ha messo a disposizione una mappa interattiva che definisce le aree che condividono la stessa cabina primaria.
Sono previste due modalità di incentivazione: il contributo a fondo perduto e l’incentivo in tariffa. Le procedure e i vincoli sono ben distinti tra loro, per questo le analizzeremo separatamente.
Contributo a fondo perduto
Chi è ammesso
Il contributo a fondo perduto è rivolto agli impianti che si trovano in comuni con popolazione sotto i 5.000 abitanti nella misura di un massimo del 40% dell’investimento realizzato.
Spese e massimali
Le spese che rientrano nello spettro dell’investimento riguardano la realizzazione, la fornitura e l’installazione degli impianti e dei sistemi di accumulo (sia hardware che software), le opere edili strettamente collegate alla realizzazione dell’impianto e le spese per la connessione alla rete elettrica nazionale. Sono ammessi, in misura non superiore al 10% del costo, anche le spese che riguardano gli studi di fattibilità preliminari, la progettazione, la direzione dei lavori e della sicurezza, il collaudo e le consulenze tecnico-amministrative connesse all’iter.
Altro limite a cui prestare attenzione è il costo dell’investimento che deve seguire questi criteri:
· Impianti fino a 20 kW, massimo 1.500€/kW;
· Impianti di potenza compresa tra 20 kW e 200 kW, massimo 1.200€/kW;
· Impianti di potenza compresa tra 200 kW e 600 kW, massimo 1.100€/kW;
· Impianti di potenza compresa tra 600 kW e 1.000 kW, massimo 1.050€/kW.
Modalità di richiesta
La documentazione necessaria comprende copie delle dichiarazioni dei titolari effettivi del contributo, dell’atto costitutivo o dello statuto per le CER e, nel caso il titolare sia una persona fisica, una dichiarazione dell’esposizione politica.
Necessari, inoltre, per ciascun impianto il preventivo di connessione rilasciato dal Gestore di Rete, lo schema elettrico unifilare firmato dal tecnico abilitato, la checklist DNSH (Do No Significant Harm) e la documentazione relativa alla concessione di contributi in conto capitale proveniente da altri strumenti dell’Unione Europea.
Per presentare la domanda è necessario che i Soggetti Beneficiari del contributo (che devono essere membri della configurazione) accedano all’Area Clienti del GSE e sottoscrivano il servizio “SPC” nella sezione dedicata alle Rinnovabili Elettriche. Sarà poi da questa applicazione che si potranno inviare e gestire le richieste di incentivo.
Ricordiamo, infine, che la domanda di accesso al contributo deve essere inoltrata previo l’inizio dei lavori.
Date da ricordare
Le istanze possono esser presentate fino al 31 marzo 2025, quando lo sportello del GSE chiuderà.
La data ultima per il riconoscimento del contributo è il 31 dicembre 2025, ma si tratta comunque di un meccanismo a esaurimento con un tetto pari a 2,2 miliardi di euro disponibili; l’utilizzo delle risorse sarà tracciato dal GSE tramite un contattore.
Ultimo, ma non per importanza, l’impianto deve entrare in esercizio entro 18 mesi dalla data di ammissione al contributo e, in ogni caso, non oltre il 30 giugno 2026.
Tariffa incentivante
Chi è ammesso
Al contrario del contributo, la tariffa incentivante è rivolta alle configurazioni di condivisione dell’energia rinnovabile immessa in rete che sono presenti sull’intero territorio nazionale.
Modalità di richiesta
Come per il contributo in conto capitale, è necessario presentare per ciascun impianto nuovo o potenziato lo schema elettrico unifilare firmato da un tecnico abilitato e la checklist DNSH, oltre all’atto costitutivo e/o lo statuto della configurazione.
Si aggiungono alla documentazione d’obbligo per ogni impianto il verbale di attivazione del contatore e, in caso la potenza superi i 20kW, la copia della licenza di officina elettrica. Per gli impianti fotovoltaici devono essere allegate anche foto delle etichette di ciascun modello di modulo e della targhetta dell’inverter. Per impianti di altro tipo sono, invece, necessarie le targhette dell’alternatore/generatore e dei componenti meccanici.
Per presentare la domanda è necessario che i Soggetti Referenti delle configurazioni accedano all’Area Clienti del GSE e sottoscrivano il servizio “SPC” nella sezione dedicata alle Rinnovabili Elettriche. Usando quest’applicazione sarà quindi possibile effettuare le nuove richieste, oltre che gestire le richieste ed effettuare modifiche per i contratti all’attivo.
Esiste, sempre nella stessa sezione, la possibilità di effettuare una verifica preliminare con il GSE per valutare se il progetto può essere ammesso alla tariffa incentivante. La documentazione richiesta per questo procedimento è simile a quella necessaria per la richiesta stessa.
Disponibile, infine, presso il portale dell’autoconsumo fotovoltaico uno strumento per effettuare simulazioni tecnico-economiche.
Date da ricordare
Le domande devono essere presentate entro il 31 dicembre 2024 e/o entro il raggiungimento del finanziamento di impianti che producono in totale fino a 300MW.
Funzionamento della tariffa
La tariffa incentivante viene calcolata sulla base della potenza dell’impianto. Per gli impianti fotovoltaici, in particolare, vengono presi in considerazione anche i livelli di insolazione, che contribuiscono in maniera differente sulla base della zona geografica.
È possibile cedere l’energia immessa in rete secondo le regole del Ritiro Dedicato direttamente al GSE, oppure cederla a terzi tramite un contratto PPA (Power Purchase Agreement).
In caso al momento della richiesta della tariffa incentivante venga espressamente scelto il Ritiro Dedicato, viene considerato in automatico che le condizioni del contratto di servizio di autoconsumo diffuso del GSE si applichino all’intera configurazione. In caso, invece, la specifica non sia presente nel contesto della domanda, è possibile scegliere per ogni impianto con quali modalità verrà ceduta l’energia immessa in rete.
Da precisare che, in caso di richiesta di Ritiro Dedicato, sarà il GSE, entro tre mesi dalla comunicazione, a occuparsi di risolvere eventuali contratti di scambio sul posto pregressi che riguardano gli impianti e le unità di produzione presenti nell’istanza.
Il periodo di diritto alla tariffa incentivante è pari a 20 anni a partire dalla data di entrata in esercizio dell’impianto. Sono considerate, inoltre, eventuali interruzioni della tariffa in caso ci siano degli interventi di ammodernamento e potenziamento che non sono parte dell’incentivo.
Durante questo periodo il GSE può determinare la decadenza del diritto all’incentivo in caso si verifichi la perdita dei requisiti di ammissibilità, se ritiene che siano stati presentati dati non veritieri o discordanti, e nel caso di manomissione degli strumenti di misurazione.
La decadenza avviene anche in caso il titolo autorizzativo sia assente o venga revocato, se vengono violati il divieto di cumulo di incentivi o quello di artato frazionamento (cioè suddivisione fittizia) della potenza degli impianti, e se sono presenti comportamenti ostativi (cioè discordanza tra ciò che si è dichiarato e ciò che s’intendeva dichiarare) verso il GSE.
Conseguenza della decadenza è la richiesta del GSE di restituzione totale delle somme indebitamente percepite. Se vengono riscontrate discrepanze minori, inoltre, il GSE potrebbe ricalcolare l’incentivo e provvedere al recupero della differenza con una compensazione sulle tariffe successive.
È bene precisare che nonostante il divieto di cumulo degli incentivi, è possibile richiedere per lo stesso impianto sia il contributo a fondo perduto che la tariffa incentivante. Nel caso in cui si ottenga il contributo, semplicemente la tariffa incentivante verrà ridotta in misura proporzionale sulla base della percentuale di cofinanziamento.
Infine, per tutti gli strumenti di richiesta e simulazione menzionati in questo articolo, sono disponibili le guide del GSE che potete trovare qui insieme ai moduli/modelli dei documenti da compilare e le regole operative nella loro interezza.
Per maggiori informazioni o per una prima consulenza, compila il FORM oppure scrivici all'indirizzo mail eyco@3estudio.eu.